Riflessioni sul "Gender" - Prima parte

Allora, ricapitoliamo.

 L’ideologia o teoria del Gender o più brevemente il Gender (Gender = genere)... che cos’è ? L’affermazione specifica di un autore? Un ipotesi sociologica al vaglio della comunità scientifica?
 No, è piuttosto una mentalità, una corrente di pensiero che si sta rapidamente affermando come sfondo del senso comune in tema di sessualità, senza che emergano i suoi impliciti presupposti “filosofici” e gli esiti sociali, educativi, antropologici a cui conduce. (Nota 1)  

All’ingrosso e preliminarmente potremmo pensarla come la posizione secondo cui la mia identità sessuale - al di là della canonica distinzione dei generi in maschile e femminile - si debba identificare con la mia percezione individuale del genere: in quanto pura espressione della mia libertà, del mio libero pensare io posso ritenere la mia identità definita come essere maschio o femmina o altro prescindendo da qualsivoglia “vincolo” naturale.  

Per questo motivo nel senso appena specificato è interessante l’equivalenza del Gender con il concetto ben più diffuso e istituzionale di identità di genere. 

Con un negazionismo pervicace il Gender, per alcuni intellettuali – decisamente i più influenti, visibili e mediaticamente sostenuti – è descritto come una teoria inesistente, ineffabile, emulsione allarmistica di un mondo ultracattolico che direttamente dalle fucine dei Family Day di mezzo mondo, brandisce questo oggetto astruso perchè in fondo non vuole farsi una ragione della realtà fresca, stabile e felice del mondo LGBTQ 

Truffa culturale perpetrata dunque dai nemici del mondo LGBTQ - riconoscibili perché prontamente marchiati come omofobi, epperciò meritevoli di giusta discriminazione e emarginazione sociale - il Gender avrebbe secondo questo versante la stessa consistenza dell’ippogrifo e deve la sua fortuna e la sua esistenza ai pregiudizi tradizionali e all’ignoranza traviante di quelli che sono chiamati i “gender studies” che si interessano di esplorare l’evoluzione dell’identità maschile e femminile come costruzione culturale in tutti gli ambiti dell’umano.

Eppure, a legittimare l’uso di espressioni come “teoria del genere” basterebbe Judith Butler (indiscussa autorità nell’ambito degli studi di genere) che, in un’intervista conultabile online http://bibliobs.nouvelobs.com/essais/20131213.OBS9493/theorie-du-genre-judith-butler-repond-a-ses-detracteurs.html - ne indica la nascita dall’incrociarsi dello strutturalismo francese e della tradizione antropologica americana. 

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