Episodi in salsa gender : l' eterologa è figlia del buonismo

Ultimamente, in occasione della sciagurata decisione di rendere legale in Italia la fecondazione eterologa mi è tornato in mente uno slogan citato dal Cardinal Cafarra che esprime icasticamente lo squarcio mortale aperto dal fendente laicista: "sex without babies, babies without sex" ossia il fatto per cui oggi esiste la possibilità di fare sesso senza procreare e di procreare senza fare sesso - interessante anche la lettura gender del "babies without sex" !  
La separazione del sesso dalla generazione è infatti la scaturigine di tutta quella cultura pansessualista ed eugenetica che vediamo squadernarsi davanti a noi.
 Di fronte a questa rivoluzione inaudita per l'umanità, tanto che si filosofeggia intorno ad un concetto postumano dell'uomo, qualcuno vede addirittura il realizzarsi di qualcosa di morale, come se - e qui bisogna notare la quantità di fede riposta nel tecnoscientismo nascosta ormai a livello del senso comune - la tecnologia possa essere mai condizione della morale! Fino a che punto si può spingere il superuomo occidentale? A quanto pare infatti, prima dell'avvento dell'eterologa le persone erano condannate al fatto immorale di soffrire per non poter avere figli! Un male irredento che si consumerebbe sin dagli albori dell'umanità  e che si spiega solo se si definisce morale ciò che allontana momentaneamente due persone dalla strettoia della sofferenza.
 
Ma cosa ci sarebbe di morale nelle implicazioni reali di questa scelta? Quella di  far avere un bambino ad uno della coppia con un estraneo?  di far mancare al bambino uno dei suoi due genitori? Sarebbe positivo che un bambino che non conosca chi gli ha dato la vita, a cui magari assomiglia fisicamente e che gli sia vietato di riconoscersi in questa persona? Far diventare genitore qualcuno senza lo sappia e di chi lo sia ?

Provo a buttar un occhio nella fucina morale della nuova umanità e cosa vedo?
- un genitore 1
- un genitore 2 che in realtà non è il genitore ma un patrigno o una matrigna
- un terzo soggetto ( nella variante paterna dell'eterologa) – il vero genitore ossia quello che ha generato - che abbandona il proprio figlio pensando di aver lasciato solo qualche spermatozoo dentro una provetta ignorandone magari un pò tanto ipocritamente il successivo imprevedibile sviluppo
- un quarto soggetto (variante della maternità surrogata) : la donna che dopo aver venduto il proprio corpo per farsi inserire l’ovulo fecondato passa nove mesi di gravidanza ad accogliere e nutrire il nascituro, lo partorisce e lo restituisce al mittente
Per ultimo, un figlio, cioè quello sui cui ricade l'onere maggiore che è come un orfano perché ha - di fatto, per legge e per manifesta volontà di chi è ricorso alla fecondazione eterologa - perso uno dei suoi genitori senza che questo sia morto.

Tutto questo perché i genitori 1 e 2 non siano frustrati per il mancato soddisfacimento dei loro non negoziabili diritti riproduttivi oppure per non frustrare il buonismo con cui la collettività vuole dimostrare  infantilisticamente la propria volontà di potenza assecondando tutti i desideri degli altri ? Ma si sa il buonismo non conosce ragioni: è sentimentale, capriccioso e tirannico.


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