A Natale adoro un bandito chiamato Gesù Cristo (ovvero domande sparse di un genitore cristiano contrariato dalla Scuola laica)

E' toccato anche a me, come genitore, sentirmi dire da mia moglie che  nell'organizzazione di una recita scolastica per Natale i canti proposti venivano immediatamente scartati perché, come le ha spiegato il personale scolastico" non si deve nominare Gesù".
Ma come, a Natale, non si deve nominare Gesù ? E chi è nato ?
 Che scherzo è, si festeggia cosa? Il panettone e i brindisi sono solo il mezzo o il fine ? E' un ipocrita ed immenso volemose bene collettivo? E' uno di quei funerali americani dove ci si ingolfa di cibo e si fa mostra di buoni sentimenti con chi si incontra casualmente nello stesso posto?
Perché dovrei accettare candidamente che a mio figlio venga insegnata questa ipocrisia, questo conato di festeggiamento in cui la recita si svolge sotto il palco e consiste nel simulare gioia per un evento inabissato dal negazionismo laico?
E' nato Gesù , perciò è Natale: perché abbarbicarsi al sogno di una Scuola Laica, che ripristina feste d'inverno dal sapore neopagano? Come si fa a festeggiare scontentando l' identità cristiana italiana per erigere un monumento super partes ad una scuola inesistente? La Scuola non esiste in astratto, esiste una certa scuola: la scuola italiana nel caso, la cui cultura e i costumi sono si sedimentati nei secoli, nei millenni.
Che dire poi della laicità intesa come avversione all'espressione pubblica di qualunque identità religiosa? Immaginare che la scuola  possa essere neutra è un vaneggiamento bello e buono: al massimo può neutralizzare tutte le forme che contiene livellandole verso il basso.
E il meccanismo democratico per cui almeno la maggioranza decide? Niente, tutto annientato dallo Stato- Leviatano che zittisce sistematicamente qualsiasi eco che possa ricordare altre autorità, altre fonti di valore.
E che dire dell'ipocrisia dei presepi? Che concetto di tolleranza si vuole promuovere?
Il tollerante anzitutto sarebbe quello che, conoscendo bene e male, tollera il male; ora - per inciso- una società relativista che non conosce niente di oggettivo e universale sarebbe ipso facto esclusa dalla capacità di esercitare la tolleranza.
Ma andiamo al livello basic del concetto di tolleranza che viene speso sui media : l' individualistica capacità di sopportare il fastidio rappresentato dalla presenza dell'espressione pubblica altrui (opinioni, gesti credo ecc..).
 Se io voglio festeggiare il Natale di Gesù a Natale, il tollerante in questo senso infimo dovrebbe essere quello che, suo malgrado, si rende conto che il suo fastidio nasce da un egoismo identitario e dice a sé stesso" non sono d'accordo, ma lascio che gli altri si esprimano": e invece che cosa succede? 
Che la Scuola Laica si mette a difendere questo fastidio, si fa carico di questa intolleranza, basta che l'intollerante di turno si presenti nella veste ricattatoria della vittima : "offende i miei sentimenti, perciò, dato che tu sei incaricata di neutralizzare qualsiasi cosa tenti di emergere dall'indifferenza della laicità, fai il tuo dovere"

Anche quest'anno Erode va in cerca di Gesù perché vuole ucciderlo e sacrifica tutti i suoi primogeniti ; tuttavia la nascita di Gesù sarà ancora motivo di felicità per molti.

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