La Cirinnà e il codice rosso

Il tormentone del mainstream mediatico, l’argomento capitale per dimostrare che le unioni civili non fanno paura a nessuno perché non contengono quegli elementi devastanti per mantenere il consenso pubblico che il mondo di ultracattolici-omofobi-ipocriti agita sotto il naso degli avversari è proprio questo: nel testo del DDL non si parla affatto di uteri in affitto. Molto bene, questa la teoria .Tanto peggio per la realtà, allora.
E sì, perché ogni presa di posizione ideologica ha come difetto il fatto di non (voler) tenere conto della realtà. L’approccio dei difensori del Ddl Cirinna' a è pressapoco quello del fondamentalista che brandisce il testo sacro e rifiuta di leggere la realtà perché non è contenuta nel testo sacro.
Quando è così , conviene ricordarsi della formidabile scena del film " Codice d’onore": quando il militare si trincera dietro al fatto che non può aver ordinato un codice rosso (una punizione non ufficiale in uso tra militari) perché il testo che regola la vita militare non parla di codice rosso, Tom Cruise svela l’inganno facendo semplicemente notare che anche se il pasto nella mensa non è citato,  i soldati mangiano regolarmente ogni giorno.
Anche il testo della Cirinnà non parla di utero in affitto – nemmeno sotto il falso manto di amorevolezza dell’espressione “ gestazione per altri”. Veniamo alla realtà;  passate le unioni civili, un omosessuale decide di ricorrere a questa pratica barbara e inumana  e torna in Italia con il pargoletto prodotto con ovociti e donne da catalogo: il partner potrebbe adottarlo? Certamente si, grazie al meccanismo della stepchild adoption.
Ed ecco adozione gay e utero in affitto: gioco di prestigio  o semplice realtà imposta ai bambini?

Ed ecco chi sarebbe danneggiato dalle unioni civili, ecco perché difendiamo i nostri figli.

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