I miei primi10 anni di matrimonio con Grazia Tosca!
10 anni di matrimonio con Grazia Tosca. Che dire?
Mi ha reso un marito, un padre di tre fantastici figli, la sua vita è stata finora in qualche modo lievito della mia umanità e perciò capace renderla misteriosa, ancorché ordinaria
Chi ci conosce sa che insieme siamo immaginabili al massimo come parole crociate, dissonanti, inassimilabili per la maggior parte delle caratteristiche. Spesso comici e - non di rado - grotteschi.
La coppia fondata sulla comunanza di interessi, di gusti, di affinità elettive, di calcolo della compatibilità su cui la nostra generazione ci vuole ammaestrare tramite la cultura del benessere, del testare il partner, della pianificazione famigliare ci è del tutto estranea, sospetta e soprattutto inutile: abbiamo verificato che non basta semplicemente perché non serve a nulla. E tendenzialmente non fa figli.
Ciò che mi è servito davvero, soprattutto nelle difficoltà, è stato vedere sorprendentemente il nostro rapporto come la risposta e la realizzazione di una vocazione soprannaturale, non di una scelta coerente ad un sentimento; tanto per fare un esempio: quando il nostro secondo figlio è finito in ospedale per una malattia rarissima sapete cosa mi ha sostenuto? L'affiatamento? Il self - control? ma per favore! Molto di più sapere che quel figlio era in mano a Dio come lo siamo io e mia moglie.
La stessa botte di ferro: la grazia di Dio, bene preziosissimo trafugato allo sguardo saccente e beffardo di molti.
In questo senso, la nostra famiglia sembra un'arca di Noè (più facilmente una scialuppa) che la nostra razionalità e il buon senso non avrebbe mai permesso di costruire nel deserto umano sociale e spirituale che stiamo vivendo e che il Suo Legno ha fatto galleggiare sulle nostre miserie, sulle rovine di questo mondo post-moderno che passa il tempo a costruire il virtuale, solo perché - come si dice - è morta e non lo sa.
Chiudo con l'ironia impagabile di mia moglie che leggendo queste poche righe, mi fa: "ma stai dicendo qualcosa di bello su di me? insomma, dopo tutto quello che hai scritto io come ne esco?"
Mi ha reso un marito, un padre di tre fantastici figli, la sua vita è stata finora in qualche modo lievito della mia umanità e perciò capace renderla misteriosa, ancorché ordinaria
Chi ci conosce sa che insieme siamo immaginabili al massimo come parole crociate, dissonanti, inassimilabili per la maggior parte delle caratteristiche. Spesso comici e - non di rado - grotteschi.
La coppia fondata sulla comunanza di interessi, di gusti, di affinità elettive, di calcolo della compatibilità su cui la nostra generazione ci vuole ammaestrare tramite la cultura del benessere, del testare il partner, della pianificazione famigliare ci è del tutto estranea, sospetta e soprattutto inutile: abbiamo verificato che non basta semplicemente perché non serve a nulla. E tendenzialmente non fa figli.
Ciò che mi è servito davvero, soprattutto nelle difficoltà, è stato vedere sorprendentemente il nostro rapporto come la risposta e la realizzazione di una vocazione soprannaturale, non di una scelta coerente ad un sentimento; tanto per fare un esempio: quando il nostro secondo figlio è finito in ospedale per una malattia rarissima sapete cosa mi ha sostenuto? L'affiatamento? Il self - control? ma per favore! Molto di più sapere che quel figlio era in mano a Dio come lo siamo io e mia moglie.
La stessa botte di ferro: la grazia di Dio, bene preziosissimo trafugato allo sguardo saccente e beffardo di molti.
In questo senso, la nostra famiglia sembra un'arca di Noè (più facilmente una scialuppa) che la nostra razionalità e il buon senso non avrebbe mai permesso di costruire nel deserto umano sociale e spirituale che stiamo vivendo e che il Suo Legno ha fatto galleggiare sulle nostre miserie, sulle rovine di questo mondo post-moderno che passa il tempo a costruire il virtuale, solo perché - come si dice - è morta e non lo sa.
Chiudo con l'ironia impagabile di mia moglie che leggendo queste poche righe, mi fa: "ma stai dicendo qualcosa di bello su di me? insomma, dopo tutto quello che hai scritto io come ne esco?"
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