Episodi della Propaganda Gender : il bene dei bimbi

Mi viene oggi  in mente un articoletto che si poteva leggere su Repubblica il 03-02-2012 "Meri, Franci e il semino donato" Storie allegre di "famiglie possibili" -  un bell’esempio di come far passare in sordina – in piena ortodossia con la linea di strategia morbida propagandata nel mondo gay con il libro “After the ball” – la rivoluzione radicale e ideologica in atto.

Nello specifico, quest’ammiccamento editoriale alla propaganda della galassia LGBT ossia Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender (FABGLITTER nella sua più prolissa e politica autodefinizione, che sta per Fetish, Allies, Bisexuals, Gay, Lesbians, Intersexed, Transgender, Transsexual Engendering Revolution) si propone di suscitare tenerezza e un senso di benevolo autocompiacimento nella propria superiore capacità di comprensione in chi caldeggia l’introduzione, nel mondo dei bambini, del triste e cinico spettacolo dell’ars combinatoria affettivo-sessuale che affligge la famiglia di oggi. Come ? Tramite la recensione di un libro ( le illustrazioni sono di Altan!) che riflette la situazione reale - de facto, che novità, guarda un pò - di una coppia omosessuale.

Qui si può osservare il relativista all’opera, mentre si accinge al compito principale e inderogabile: far passare nel sensus communis la declinazione sessualista dell” OGNUNO DEVE FARE CIO’ CHE VUOLE” : questo in fatti è l’enunciato del principio rivoluzionario che sentiamo ripeterci compulsivamente e che corrisponde ormai al 90% di ciò che il linguaggio dei media si preoccupa di comunicarci, assicurandosi l’efficacia con l’insistenza l’arte e la cultura.

La tristezza e la crisi glicemica ti assalgono mano a mano che leggi e riconosci i luoghi comuni del  LGBT -ismo europeo che il media di turno si è incaricato di mandare a memoria e trasmettere.
 E allora via al mito dell’Olanda per l’inseminazione; paese "dove dei signori gentili donano i loro semini per chi non ne ha o per chi ne ha che non funzionano …” - ossia quelli che nella realtà, giornaletto porno alla mano, si masturbano eroicamente per garantire una “famiglia” a due donne in cui una delle due non riesce a non simulare chi si è escluso dalla relazione coppia – un maschio.

L’uomo che che si è fatto uscire dalla porta – il padre ? - rientra dal vitro!

Poi la consueta - ed ora “di istituzionalità vestuta” - stoccata al ritardo culturale di cui soffre l’Italia, fanalino di coda del trend europeo nello sfascio della famiglia tradizionale; ancora, arriva immancabile il ritornello: “In Italia si è spesso sbrigativi, e non si tiene conto della complessità delle situazioni, proponendo un unico, inderogabile modello”.

Tre considerazioni :
1. la complessità delle situazioni è una perifrasi della “famiglia” marchiata LGBT ;
2. facendo finta che non ci appartenga …il modello unico è quello della famiglia tradizionale, naturale, biologica che l’uomo conosce da quando è su questa terra … non la famiglia italiana
3. perché la “famiglia” LGBT dovrebbe essere un modello?

La tragedia umana che fa male al cuore, al di là delle urla di orgoglio,si palpa quando si scivola nell’ horror prodotto da alcune parole del libretto che recitano così:

"…si amavano e volevano una famiglia. Ma per fare un bimbo ci vogliono un uomo e una donna: la donna ha l'ovino nella pancia e l'uomo mette il semino… erano due donne, avevano solo ovini. Mancava il semino!"

No. mancava un papà.

PS firma la petizione contro l'ipersessualizzazione dei bambini (rapporto Estrela)

http://www.citizengo.org/it/1224-no-al-rapporto-estrela

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