Papa Francesco e il progressimo

Di pochi giorni precedente l'uscita dell' l'esortazione apostolica Evangelli Gaudium è una sorprendente omelia a Santa Marta di Papa Francesco il cui punto di partenza è il primo libro dei Maccabei (1, 10-15; 41-43; 54-57; 62-64): in quell'occasione è chiaramente declinata la mondanità spirituale nella sua variante progressista.
La mondanità spirituale su cui ritorna spesso non è poi tanto una categoria teologica, quanto piuttosto un pericolo concreto di origine evangelica: "tanto che [Gesù] aveva pregato il Padre affinché ci salvasse dallo spirito del mondo».
Il "progressismo adolescenziale " cui fa riferimento Francesco non è innanzitutto ciò che culturalmente si contrappone al tradizionalismo, ma è lo scivolamento apostata che "negozia" con il mondo: il progressista  crede di avere già la conoscenza essenziale che gli consente di scavalcare la Legge (non ha bisogno della Grazia per capire ciò che davvero gli serve per vivere - per questo è gnostico), tecnicamente ha già a disposizione tutto il necessario per conseguire ciò che gli conviene, per cui può tranquillamente fare quello che fanno tutti.


"Questa gente  ha trattato con il re, ha negoziato. Ma non ha negoziato abitudini... ha negoziato la fedeltà al Dio sempre fedele. E questo si chiama apostasia".
Il cattolico che professa di credere senza praticare, quello che deve dimostrare quanto è open-minded andando a braccetto con l'ideologia gay e il sesso come fatto privato sembra proprio quello che vede in questi fenomeni solo abitudini, espressioni del secolo, espressioni ascrivibili alla diversità culturale, ma incapaci di comprometterlo seriamente e magari dannarlo.
 
E' proprio all'abortista della carità senza verità che il Papa sembra indirizzare la richiesta: "Voi pensate che oggi non si fanno sacrifici umani?»... «Se ne fanno tanti, tanti. E ci sono delle leggi che li proteggono».
Ma cos'è che sta alla radice del pensiero unico con cui fare alleanza ? Cosa bisogna accettare per fare alleanza con il mondo e rinunciare alla fedeltà a Dio e alla propria identità? il relativismo.

Questo è il tributo al genio dell'imperatore che il progressista accetta di fare anziché essere martire (=testimone).

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