Riflessioni sul Gender - Quinta Parte


La pericolosità  del gender - ossia la sua virulenza ideologica  - si manifesta evidentemente sul piano pedagogico, perché da un lato - in questa prospettiva di genere - i bambini sono legittimati ad elevare la loro volubilità affettiva a sistema o perlomeno a problema e dall’altro lato gli adulti  devono confermarli  nel ritenere il loro corpo sessuato come fantoccio prestato al capriccio o alla quantità di ormoni presente.
Adulti che, in quanto anch’essi slegati dal dato biologico e in balia dell’identità artificialmente costruita e soggettivamente assimilata non hanno nessuna autorità.
Qui si capisce perché il gender allarmi tanto i genitori:  come si può pensare di educare se l’essere autori della  vita - o  collaboratori della creazione di Dio ( come piace dire a noi cristiani, che sappiamo che solo Dio  crea) -  dei propri figli è irrilevante ?
La somiglianza fisica, del temperamento, le affinità elettive, vocazionali ecc.. . niente , non contano nulla
Ci si può affermare come maschi o femmine o altro (fino ai casi estremi, non più clinici, di persone che si affermano come cani, gatti e chiedono di essere riconosciuti come tali) prescindendo dal corpo. Quindi noi non siamo se non accidentalmente il nostro corpo.
Bambini che vengono addomesticati con bambole transgender a quella diversità che si costruisce bloccando la pubertà con iniezioni di ormoni perché adulti compiacenti e apprensivi  si sentono in dovere di anticipare i desideri e gli orientamenti - la percezione di genere - per assicurarsi di voler veramente bene.
Adulti con la patente da demiurgo, che li trattano come fantocci perché non gli riconoscono un identità da difendere.
Esistono campi estivi per bambini trans. 

Gender macht frei.

Adolescenti dietro il flauto magico dei miti dello spettacolo, della musica, del cinema, della cultura che esibiscono questa fluidità  esaltandola come la bellezza del queer, del non binario, e via dicendo perché - diciamolo - il fascino della trasgressione ha sempre monetizzato.
Ciò che fissa la nostra identità, che diventa soggetto di diritto internazionale, che merita tutele è la nostra percezione, il nostro senso intimo, l’infinità della nostra autoaffermazione sociale
La pericolosità pubblica poi: le grandi istituzioni internazionali devono cambiare rotta e introdurre il rispetto dell’ identità di genere a tutti i livelli e con ogni mezzo legittimo. Elevandolo a diritto umano inviolabile.
E lo Stato Membro della UE  raccomandazioni alla mano deve adeguarsi. E vigilare.
E imparare ad applicare lo stigma dell’omo-trans-non-so-cosa-fobia a qualsiasi discorso, persona o documento che non faccia un discorso sulla sessualità umana  riferendosi anzitutto al gender, ma all’essere semplicemente maschi o femmine come non inclusivo, retrogrado e a sanzionarlo adeguatamente. Come?  introducendolo come reato nel proprio ordinamento, nelle scuole, insegnando a tutti i livelli la nomenklatura da utilizzare per essere politicamente corretti sul tema.
Pensi l’identità sessuale partendo dal dato naturale e biologico come normativo ? Sei all’interno un pregiudizio di genere.
Superfluo dire che l’uomo ridotto a materia bruta è un must per qualsiasi Stato che voglia le mani libere o per qualsiasi soggetto con pretese totalitarie?

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